Una guida tra ragione e sentimento

Titolo: Allegoria delle inclinazioni
Autore: Artemisia Gentileschi
Anno: 1616
Formato: 152x61cm
Tecnica: olio su tela
Stile: Barocco con influenze caravaggesche
Dove: Casa Buonarroti, Firenze
Il dipinto rappresenta una giovane quasi completamente nuda seduta su pompose nubi cerulee che tiene in mano una bussola, lo sguardo rivolto verso l'alto dove una brillante stella le fa da guida. Il viso della fanciulla è delicato e angelico, le gote paffute e leggermente arrossate richiamano tenerezza e purezza; ad incorniciare il volto sono i biondi capelli spettinati con solo un accenno di pettinatura. Il corpo segue una linea serpentina restituendo dinamismo alla figura e sensualità al corpo dalle curve morbide.
Il viso della fanciulla è probabilmente un autoritratto dell'artista che in questo modo ha voluto manifestare la propria di inclinazione, quella per l'arte. Forse anche il corpo è proprio quello di Artemisia, sarebbe la prima volta nella storia dell'arte. Ma non sarebbe il primato a destare stupore ma scoprire che in origine il quadro non prevedeva i drappi azzurro e bianco che coprono in parte il corpo della donna, Artemisia infatti aveva realizzato un nudo integrale a grandezza pressoché naturale; un affronto alla moralità dell'epoca.
I drappi furono realizzati successivamente su commissione di Leonardo Buonarroti, nipote del committente, da parte di Baldassarre Franceschini, detto il Volterrano. Il dipinto infatti era stato commissionato da Michelangelo Buonarroti il giovane per decorare il soffitto della casa Buonarroti con opere d'ispirazione alla vita di Michelangelo. Le opere naturalmente dovevano rispondere ai canoni morali dell'epoca, quindi evitare nudi e soprattutto autoritratti di nudi se si parla di un'artista donna.
Artemisia Gentileschi è infatti una delle prime donne artiste riconosciute come tali. Nonostante fosse figlia di un famoso pittore, Orazio Gentileschi, che la inizia all'arte e la forma con i migliori maestri dell'epoca, Artemisia dovette lottare per ottenere il suo status.
All'età di diciassette anni, ancora vergine, venne abusata da Agostino Tassi, amico del padre e suo insegnante. Il padre di Artemisia denuncia lo stupro ma il processo vede la giovane, e non il Tassi, sul banco degli imputati a doversi difendere, anche sotto tortura. Come sovente succedeva all'epoca viene proposto il matrimonio riparatore e così Artemisia si trova sposata con il suo stupratore; il matrimonio non durerà a lungo, si scoprirà infatti che il Tassi era già sposato. Artemisia quindi, la cui reputazione era ormai infangata, si sposerà con un pittore squattrinato e si sposterà da Roma a Firenze. E sarà propio qui che sarà in grado di entrare, grazie al suo talento e alla sua voglia di riscatto, nel circolo artistico più prestigioso dell'epoca. Stringerà amicizie con illustri personaggi e diventerà pittrice di corte di re e regine europee, la sua fama diventa successo.
Il talento eccezionale di Artemisia è particolarmente apprezzato anche da una mente eccezionale come quella di Galileo Galilei, tra i due inizierà una fitta corrispondenza e sarà proprio lui a darle indicazioni su come dipingere la bussola che vediamo raffigurata nel dipinto. Lo strumento è infatti tenuto in mano dalla fanciulla ma è rivolto verso gli spettatori, un elemento di contatto attraverso il quale l'artista può comunicare i suoi sentimenti. La fanciulla invita lo spettatore a farsi guidare da lei e dimostra le sue buone intenzioni mostrando uno strumento frutto dell'ingegno dell'uomo, come la bussola, ma sottolineando anche di essere guidata da qualcosa di ultraterreno, la stella polare (anche in questo caso probabilmente le indicazioni su come dipingerla provengono da Galileo Galilei).
Lo sfondo ci comunica calma e serenità, una coltre di nuvole rarefatte dal colore azzurro tenue quasi omogeneo in contrasto con i toni rossi e dorati della fanciulla.
L'allegoria delle inclinazioni di Artemisia Gentileschi ci permette di riflettere sull'importanza di avere una guida nella ricerca del proprio posto nel mondo.
Credo infatti che il soggetto dell'opera non sia la fanciulla in sé, quindi la prima persona, ma la bussola e la stella. Questi due elementi rappresentano due caratteristiche che la guida deve possedere: la razionalità e la passione. Il connubio ragione e sentimento che permette di trovare la virtù che, come ci insegnano gli antichi, sta nel mezzo; in questo caso in equilibrio tra sogno e realtà.
Trovare la virtù significa accettare la nostra inclinazione e sentirci parte di un tutto semplicemente essendo noi stessi proprio come la nuda fanciulla, con il suo sguardo placido e il corpo rilassato, ci ricorda.
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